Palazzo Barolo.
Mostra "L'urlo delle Sirene".
Torino fu la prima città italiana ad essere bombardata.
Avvenne già nella notte del 12 giugno 1940. Da tale data e per cinque lunghi anni, la guerra funestò la nostra città. Una guerra creduta di facile risoluzione, definita come “guerra lampo” dal regime, fiducioso di risolvere in fretta il conflitto solo perché al fianco della Germania, ritenuta militarmente in grado di affermare la propria supremazia sull’Inghilterra. Invece per l’Italia si aprì il baratro già dalle prime ore. Il “ventre molle dell’Europa”, così venne definito il nostro paese dagli inglesi, si ritrovò da subito davanti all’evidenza di essere fortemente impreparata ad un evento di così immensa e tragica portata. Partire con le scarpe di cartone e le divise estive per il fronte russo è forse la prova più clamorosa. Non meno tragica era la situazione interna, con le città esposte al fuoco alleato, perché impotenti a difendersi. Un solo dato a conferma di ciò: dei 2154 aerei alleati che bombardarono Torino dal ’40 al ’45, la nostra contraerea riuscì ad abbatterne solamente 15. In questa situazione di tregenda anche i Vigili del Fuoco combatterono una guerra senz’armi. Un “fronte” non meno pericoloso di quello militare, fatto di bombe, crolli, distruzioni, macerie e lutti. Una guerra combattuta con pochi mezzi e con la tenacia e la rabbia di chi fu lasciato solo a fronteggiare una drammatica situazione. Si andava a piedi sulle macerie, si scavava con le mani e con disperazione e forza di volontà, si usava il liquame delle fogne per spegnere gli incendi, si operava per 4/5 giorni consecutivi senza mai chiedere il cambio, ritenuto disonorevole, si soffriva e si gioiva con la gente quando si riusciva a strappare qualcuno vivo da sotto montagne di macerie. In quei tempi difficili, dove la vita umana era appesa ad un esile filo, i vigili del fuoco rappresentavano un punto di riferimento, e non solo nei tragici momenti del soccorso, ma anche in compiti non prettamente d’istituto. Quanti ebrei nascosti nelle autobotti furono portati in salvo, quando ancora la lotta partigiana non muoveva i primi passi. Quanti perseguitati politici nascosti o prigionieri inglesi portati all’estero. Quanti danari o oggetti ricchi e poveri, strappati con grande rischio dal crollo delle case, per essere riconsegnati all’affetto dei legittimi proprietari. Atti eroici, un termine oggi forse abusato e retorico, compiuti per la difesa della gente che mai mancò a sua volta, di tributare riconoscimenti ai pompieri. Furono molti i vigili del fuoco che morirono per cause legate al soccorso in guerra. I Vigili del Fuoco di Torino, sono stati insigniti della Medaglia d’Oro e della Medaglia di Bronzo al Valor Civile. All’interno della mostra dal titolo “L’URLO DELLE SIRENE - Memorie e immagini di una città bombardata”, inaugurata il 22 marzo, una sezione interamente dedicata all’opera dei vigili del fuoco permetterà al visitatore di avvicinarsi al difficile lavoro di questi uomini, potendo osservare alcune immagini, oggetti e corredi personali, provenienti dalla ricca collezione storica dell’Archivio Storico del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino. All'allestimento è stato curato con la collaborazione dell'Associazione "Pompieri Senza Frontiere". |